
C’è un legame indissolubile tra la crisi climatica in atto e l’industria fossile. Fin dagli anni Settanta, le multinazionali del petrolio e del gas conoscevano l’impatto devastante delle loro attività sul clima del pianeta. Ma hanno fatto finta di niente, ignorando le drammatiche conseguenze, per il pianeta e le generazioni future, del loro modello estrattivista.

Il prezzo che paghiamo intreccia le storie di persone comuni, i cui destini sono condizionati dalla crisi climatica e dall’industria fossile.
In Emilia-Romagna, Maria Gordini, un’agricoltrice, ha perso la casa e l’azienda a causa delle gravi alluvioni che hanno pesantemente colpito la regione nel 2023 e 2024. In Basilicata, Camilla Nigro, Isabella Abate e Giorgio Santoriello vivono le pesanti conseguenze delle attività estrattiva di ENI, Shell e TotalEnergies.
Nei territori in cui abitano, segnati da decenni di trivellazioni, si trova il più grande giacimento di petrolio su terra dell’Europa occidentale.
Il racconto delle vicende personali di Maria, Camilla, Isabella e Giorgio, alternato alle testimonianze e alle analisi di ricercatori, giornalisti e attivisti, mette in luce le connessioni tra l’estrazione del petrolio e le devastanti ricadute sociali, ambientali ed economiche, dalla contaminazione delle terre e delle acque, fino alle alluvioni e ai fenomeni climatici estremi.
Un viaggio che invita a chiedersi:
Chi paga davvero il prezzo della crisi climatica?
Dopo la Proieizione incontro pubblico con Greenpeace e ReCommon
Ospiti
Giuseppe Onufrio, Direttore Greenpeace Italia
Antonio Tricarico, Recommon
Eva Pastorelli, Recommon
Simona Abbate, Greenpeace Italia
Luca Chianca, Report
Stella Levantesi, Giornalista
Felice Moramaco, Greenpeace Italia
coordina Francesco Paniè, Centro Internazionale Crocevia
Perché un film sulla crisi climatica?
La crisi climatica e ambientale è diventata una costante della nostra quotidianità.
Alluvioni, siccità, scioglimento dei ghiacci e altri fenomeni climatici estremi sono sempre più violenti e frequenti anche in Italia. Mietendo vittime, generando disastri sociale ed economici, contribuendo sostanzialmente a cambiare il volto delle nostre vite.
E mentre accade tutto questo, assistiamo a un fenomeno contiguo, spesso molto sottovalutato, che incide sulla consapevolezza collettiva delle responsabilità per la crisi climatica in corso: i media italiani parlano poco e male di questa emergenza e quasi in ogni occasione “dimenticano” di citare i principali responsabili di questa crisi epocale: le compagnie fossili come ENI, ExxonMobil, Shell, BP.
Per questo motivo, Greenpeace Italia e ReCommon hanno deciso di produrre Il prezzo che paghiamo.
Il documentario, attraverso interviste a esperti, documenti storici e riprese dirette, cerca di colmare il vuoto informativo sul ruolo di compagnie come ENI nella crisi climatica globale, rivelando come queste fossero a conoscenza degli impatti delle proprie attività sul clima fin dagli anni Settanta e nonostante questo, abbiano continuato e continuino tuttora ad avere al centro del proprio business lo sfruttamento delle fonti fossili.
Il prezzo che paghiamo pone in primo piano le storie delle persone colpite dalle politiche climatiche delle multinazionali fossili e le alterna con il racconto delle tecniche di greenwashing messe in atto, delle finte promesse climatiche e del controllo esercitato – tra gli altri – sui media. Un viaggio tra storie umane e inchiesta per raccontare quello che la più potente multinazionale fossile italiana e le altre multinazionali fossili internazionali vogliono nascondere.

Sara Manisera
Ha lavorato per le principali testate nazionali e internazionali come Al Jazeera, Rai 1, La Repubblica, Arte, Libération, Internazionale, The Nation, Radio Svizzera Italiana (RSI), The New Humanitarian. In questi anni si è occupata di donne, conflitti, società civile, ambiente e ha realizzato reportage in Iraq, Siria, Libano, Tunisia, Kosovo e Bosnia. Nel 2018 ha vinto il Premio Ivan Bonfanti con un articolo sulle donne, mogli dei combattenti dello Stato islamico, e la Colomba d’Oro per la Pace con il webdoc Donne fuori dal buio, realizzato con Arianna Pagani in Iraq. Ha ricevuto una special mention al True Story Award con un’inchiesta sui desaparecidos in Siria. Nel 2019 ha pubblicato il suo primo libro “Racconti di schiavitù e lotta nelle campagne” (Aut Aut Edizioni).
www.saramanisera.com

GREENPEACE
Siamo attivismo, nonviolenza, confronto, indipendenza e cambiamento. Grazie al supporto di milioni di persone in tutto il mondo, proteggiamo l’ambiente e promuoviamo soluzioni sostenibili. Ci impegniamo per contrastare la crisi climatica, causata principalmente dalle aziende fossili, e per un mondo libero da sostanze tossiche.
Lavoriamo per il disarmo e la pace. Entriamo in azione per fare pressione su governi e aziende e ottenere cambiamenti positivi. Per un pianeta verde e di pace.

ReCommon
ReCommon è un’associazione che lotta contro gli abusi di potere e il saccheggio dei territori per creare spazi di trasformazione nella società, in Italia, in Europa e nel mondo.
Crediamo che le persone vengano prima del profitto, ma siamo testimoni di devastazione sociale, di continue violazioni di diritti umani e di disastri ambientali che sono frutto di una logica esattamente inversa.














Credits
Scritto e diretto
Sara Manisera
Fotografia
Ruben Lagattolla
Montaggio
Mattia Biancucci
Musiche
Gianni Maroccolo
Sound design
Alessio Festuccia
Color correction
Walter Cavatoi
Seconda camera
Davide Lemmi
Grafiche e motion design
Ludovica Mantovan
Fotografie e produzione
Emilia-Romagna
Michele Lapini
Produzione in Basilicata
Silvia Gaudesi
Comunicazione
Biquette
Produzione
Greenpeace Italia e ReCommon
Produzione Esecutiva
FADA Collective