Hamdi, Yurdanos, Mesam e Julieta. Nelle loro cucine, quattro donne rifugiate provano a riallacciare i fili delle loro vite spezzate. L’infanzia, l’amore, i sogni di una vita, la paura della morte. Quotidianità interrotte bruscamente dalla furia cieca delle guerre. Per tutte lo strappo è stato doloroso: l’addio ai proprio cari, l’incognita del futuro e poi il viaggio avventuroso, tra mille pericoli: il deserto, il mare, l’approdo in terre spesso ostili. Mix Up: confondere, mescolare, scambiare.
Nel video i volti, le ricette, le storie, si impastano e si amalgamano, dando vita ad un’unica grande storia. Quella delle migliaia di donne e di uomini che quotidianamente approdano sulle nostre coste, in fuga da terre lontane. Di loro, del loro passato e del loro presente non vi è traccia nel tritacarne mediatico che ininterrottamente macina volti senza storie. La scelta stilistica, con effetti che richiamano l’animazione, conduce lo spettatore in un viaggio avvincente, a tratti irreale, ma di straordinaria attualità. Mix Up vuole provare a restituire voce e dignità a quanti ogni giorno rischiano la propria vita e ai tanti che non ce l’hanno fatta.
