Mostra fotografica “Terra” – 12/14 luglio 2013 @ Villa Muscas


L’idea della mostra fotografica “Terra” venne al fotografo brasiliano Salgado mentre fotografava la città di São Paulo.

“Ho visto la mancanza di abitazioni, di acqua, di fogne, la violenza contro i bambini e gli adolescenti, contro i bambini di strada. Questa situazione è conseguenza della opzione economica liberista, che costringe un numero incredibile di persone ad abbandonare i campi e ad andare verso le città.”

Fotografando i Senza Terra del Brasile, Salgado è rimasto positivamente colpito dall’organizzazione del movimento e dai buoni risultati economici e sociali nelle aree degli insediamenti. Nel 1996 ha progettato la mostra, cedendo al MST i diritti d’autore delle foto.

“I senza-terra hanno scoperto che lottare, resistere e restare legati alla terra è importante, e che le città non offrono nessuna possibilità per la gran parte della popolazione che abbandona i campi. Chi vive oggi negli accampamenti sa che arrivando nelle città la famiglia muore, esplode. La cosa più spaventosa che succede è che i ragazzi diventano emarginati e le ragazze si prostituiscono. È per questo che le persone che vivono negli accampamenti non vogliono andare in città. ”

“Io non fotografo i miserabili. Fotografo persone che hanno meno risorse, meno beni materiali. Ho visto spesso la miseria in paesi ricchissimi. Per me miserabile è quello che non fa più parte di una comunità, che è isolato e che ha perso la speranza. Ho incontrato molta gente affamata. Non erano miserabili perché appartenevano a una comunità, credevano in qualcosa. L’unico modo in cui le persone possono resistere, nella situazione difficile in cui si trovano, è credere nella comunità.”

“Sono stato al funerale delle vittime di Eldorado dos Carajás nel 1996. Al momento del funerale erano già tre o quattro giorni che eravamo lì, mentre la comunità piangeva i suoi morti. Loro erano morti, ma non erano soli. Erano circondati dalla comunità per la quale erano morti. Secondo me non sono morti nella miseria. Sono morti lottando per qualcosa.”

Il Movimento dei Sem Terra

Il Brasile è il Paese delle grandi contraddizioni, in cui la presenza di enormi ricchezze e risorse naturali convive con terribili ingiustizie sociali e dove 34 milioni di poveri abitano terre fertili e immense, che non possono coltivare perché di proprietà dei latifondisti e delle società multinazionali. La povertà delle campagne spinge decine di milioni di braccianti senza terra nelle città, dove sopravvivono a stento.

Il Movimento dos trabalhadores rurais Sem Terra (MST) nasce alla fine degli anni Settanta nel Sud del Brasile, diventando presto un punto di riferimento importante per i contadini poveri di tutto il Brasile. L’obiettivo principale del MST è la realizzazione di una riforma agraria che garantisca la sopravvivenza a tutte le famiglie contadine del Paese, mediante l’assegnazione delle terre coltivabili ma abbandonate. Il MST persegue questo obiettivo attraverso l’occupazione pacifica delle terre incolte e la rivendicazione di una maggiore giustizia sociale. A livello nazionale, sono centinaia gli insediamenti agricoli realizzati grazie all’azione dei contadini del MST.

A causa del loro impegno per la giustizia, centinaia di contadini senza terra, sacerdoti, sindacalisti e responsabili di comunità sono stati uccisi per mano delle bande paramilitari assoldate dai latifondisti, con la connivenza di uomini politici e funzionari locali.